Questa lettera va a me stessa a me che ogni volta che piango
e qualcuno mi chiede cosa sia successo mi limito a dire che mi bruciano gli
occhi. Va a me…
A me, che cerco di sorridere anche quando sembra
impossibile, a me che guardo allo specchio e vedo le rughe dell’età, alla mia
fottuta sensibilità che mi fotte nel vero senso della parola, perché fa
approfittare gli altri di me.
Va a me, al mio essere troppo buona e spudoratamente
generosa. Va a me che quando cado trovo sempre la forza di rialzarmi, a me che guardo
intorno e vedo tante, tantissime luci, una città colorata… ma poi mi guardo
intorno e vedo sorrisi spenti.
Questa lettera va a me, ai miei sorrisi, alle mie lacrime
sprecate, alle mie grida, ai miei momenti di pazzie, ai miei momenti noiosi,
semplicemente a me stessa. Va a me, che quando devo aiutare gli altri sono un’esperta
e quando devo aiutare me stessa, non sono neanche una dilettante.
A me, che trovo sfogo in una stupida sigaretta, a me che
faccio l’indifferente a poi dopo piango, a me che quando mi trovo sola mi sento
ansiosa perché i miei pensieri mi occupano la mente. A me, che do tanto amore
alle persone e non vengo mai ricambiata. A me che sono stata delusa, a me…
Una me che molte volte non riesco ad accettare, ma con il
quale sto imparando a convivere, una me che tutti hanno cercato di cambiare, ma
che nessuno è riuscito a farlo.
Mi vedo…un passo dal cambiamento, dalla voglia di essere
presente a me stessa, ai miei sogni. Ma come tutti i cambiamenti, prima che
diventino qualcosa c’è la confusione, la paura, la solitudine.
Ora mi sento persa dentro mille pensieri e parole, ma un giorno
tutte queste vite che sto vivendo mi danno ragione di quello che sono e sarò.
Nel ritrovarmi mi sono accorta di aver lasciato qualcosa per strada ma è questo
il momento di continuare il viaggio, con prospettive nuove. Non devo
aggrapparmi solo al passato, ma devo attingere ora da me stessa, da questo mio
presente, doloroso sì, ma ricco di prospettive di me, dei miei sogni, dei miei
desideri; ricordo di aver letto da qualche parte: “ i sogni sono mere
rappresentazioni dei nostri più reconditi desideri, né via di fuga, sono al
contrario strade maestre da percorrere”.
Ascolto me stessa i miei sogni, il gusto del bello che da
sempre mi seduce, vela i pensieri dei miei desideri più veri, dei miei ideali,
ho certezza che tutto questo non è vano, non è destinato a perdersi per sempre.
Sono onde di un mare che non conosce né confini né tempeste e quando lo
sconforto sarà più grande dei miei desideri allora mi affaccio alla finestra,
guardo quella montagna che ho davanti, ascoltando il suono e godere del suo
profumo farmi accarezzare dal vento che soffia leggero, come un giorno…leggeri
saranno i miei affanni.
Penso che per ognuno di noi c’è un giardino, fatto di
memorie, parole, profumi e suoni, che germoglia di anno in anno, attraverso il
nostro cuore.
Quando la vita morde ed il pianto sembra vano, là troverò
sempre me stessa e chi mi ama.
LM ©